Non è sede il mio blog per raccontarvi la storia della splendida e sensuale Venere di Urbino di Tiziano Vecellio (dipinta nel 1538 ). Ma sono felice mi si presenti l’occasione, tramite questo atteso ritorno a casa, di spiegare quando il contesto in cui l’opera nasce è parte stessa del DNA del capolavoro. E che spesso per capire la reale identità del dipinto (in questo caso), non bisogna scindere lo stesso dall’ambiente per cui era stato generato e che l’ha accolto.
Il tanto atteso ritorno a casa della Venere di Tiziano a Urbino
Io ho studiato Lettere e Storia dell’Arte a Urbino e pensare di vedere la Venere di Tiziano nelle stanze in cui ha turbato gli animi di signori, servi e borghesi mi riempie di entusiasmo. Inoltre è il miglior modo per introdurre quanto il contesto sia parte dell’opera d’arte stessa, come anticipato nell’introduzione a questo articolo. Ne parlerò spesso.
La Venere di Urbino di Tiziano è ora al Palazzo Ducale e ci rimarrà fino al 18 dicembre.
Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, dove la Venere risiede abitualmente, dichiara alla stampa di aver fortemente voluto questo ritorno temporaneo.
Secondo lui favorire la contemplazione di opere d’arte nel loro ambiente di origine è una sicura operazione di rilancio del patrimonio artistico italiano.
Io sono d’accordo con lui. Anche perchè vorrei tanto che i numeri degli Uffizi (in termini di visitatori) si avvicinassero solo lontanamente a quelli del Palazzo Ducale di Urbino.
Urbino è una città in cui, se ci si concentra, si può “sentire” il Rinascimento nell’aria. Ci si può immergere in scorci e prospettive che davvero possono lasciarci immedesimare in altri tempi, in maniera profonda e sorprendente.
La Venere di Tiziano a Urbino: dalla “carne” alla mitologia
In uno splendido articolo di Marco Carminati sul Sole 24Ore, è molto chiaro quanto questa Venere silenziosa abbia fatto parlare di sè. Il taglio dell’articolo è adorabile: parlare d’arte in questo modo, descrivendo le reazioni delle persone davanti ad una “donna” nuda (poi le si affidò il titolo di Venere) rende l’idea di quanto quest quadro abbia destato stupore e interesse. Ne riporto un tratto:
A quel che sappiamo dai documenti, la storia del quadro comincia con un solenne capriccio. Nel 1538 Guidobaldo II della Rovere, giovane erede del ducato di Urbino e assiduo frequentatore di Venezia e della bottega di Tiziano Vecellio, scrive con somma agitazione all’ambasciatore Leonardi perché impedisca in tutti i modi a Tiziano di vendere ad altri la conturbante «donna nuda» (cosi dice nella missiva) che egli aveva visto poco prima nella sua bottega e che voleva assolutamente per sé, anche se sua madre, Eleonora Gonzaga, si era rifiutata di finanziare l’acquisto. Guidobaldo, innamorato pazzo della «donna nuda», assicurava il suo intelocutore che, pur di avere quell’opera, sarebbe stato disposto, disse, «a impegnar qualche cosa del mio».
Sappiamo che Guidobaldo la spuntò sulla madre taccagna e che il quadro approdò quell’anno a Urbino (ma non sappiamo esattamente chi lo abbia pagato). L’aitante erede del Ducato s’era sposato da quattro anni (1534) con la giovanissima Giulia Varano da Camerino. Il quadro era forse (e sottolineamo “forse”) destinato al segreto del loro cubicolo, per scaldare il sangue a Guidobaldo e insegnare a Giulia ad essere sensuale e fedele al tempo stesso”.
Insomma, Guidobaldo II ne rimane talmente impressionato che decide di comprarla nel 1538 e di dedicarle spazio presso il Palazzo Ducale.
In un mondo senza fotografie, la nostra fanciulla che di etereo e “divino” ha ben poco, deve davvero aver emozionato e scaldato molti uomini. La sua carnalità e la sua sensualità l’hanno resa un’ icona di erotismo che addirittura veniva celata ai più.
I discendenti di Guidobaldo sembra fossero stati, in pieno periodo di Contro Riforma, tentati di disfarsi del quadro più volte.
Visitare il Palazzo Ducale ora ha davvero una marcia in più!
Come perdersi questa occasione, come non gustarsi la Venere di Tiziano Vecellio nella sua “casa” per eccellenza?
Come non immedesimarsi e sentire intorno a sè tutti i pettegolezzi, le ipocrisie, i commenti maliziosi a lei rivolti, e che forse contestualizzano il suo successo?
Io non me la faccio perdere, e vi racconterò come è andata!