Bianco come materia e luce; bianco come ordine primordiale spaziale; bianco per vedere “oltre”. Ecco tre opere a me care nell’arte contemporanea dove il bianco regna protagonista. Il tutto per introdurre White in the City, l’evento dedicato al bianco durante la Milano Design Week dal 4 al 9 aprile.
Bianco: tre interpretazioni nell’arte contemporanea
Bianco: mi è stato chiesto di scrivere qualcosa che trattasse il tema “bianco” secondo la mia sensibilità.
Attraverso la scelta di tre opere, ho deciso di percorrere un iter concettuale che avesse un significato. Allo stesso tempo vorrei che questo viaggio nell’arte del bianco fosse estremamente semplice e comprensibile. Come ben sapete, secondo me chi tratta il mondo dell’arte vince se lo rende digeribile, assimilabile.
Con la scelta di queste tre opere a me care, vorrei rappresentare una particolare evoluzione del processo creativo: da quello geometrista, pulito e regolare del bianco secondo Enrico Castellani, a quello della ruvida e saporita indagine materica che adoro di Pier Paolo Calzolari, a quella mistica e spirituale dell’ “Oltre” di Guerrino Bardeggia.
Enrico Castellani:il bianco è luce e regolarità
La luce interseca i regolari intervalli creando un effetto che stupisce allora come adesso. Se cambia la luminosità cambia l’effetto di questa tecnica che per me è un inno alla forza espressiva del bianco.
Castellani è considerato da Donald Judd l’ideatore del minimalismo, e forse il primo ad applicarne i principi. Il processo creativo viene azzerato in spazio e forma e vengono vissute le opere artistiche individuando la loro essenza più pura.
La ricerca sulla luce sfocia in un automatismo metodico sulla materia e, in un certo senso, assume toni “sacrali”. La ricerca delle progressioni spaziali diventa matematicamente prevedibile, e, allo stesso tempo, mai certificabile viste le variabili di luce infinite che investono l’opera. Un paradosso oserei dire delizioso.
Pier Paolo Calzolari: la materia è il “sale” della vita e dell’arte
Ho scelto un’opera di Calzolari perchè dista tantissimo da Castellani. Il sale sul piombo diventa ruvido e “saporito” anche per lo spettatore. L’indagine materica qui si sporca, si sublima, si fonde con il processo temporale che consuma. La luce, la fiamma, muta la tela ogni giorno, rendendola diversa da ieri e da domani.
Pier Paolo Calzolari è un’artista che adoro perchè riesce a piegare alla sua creatività fuoco, terra, acqua, natura…Gli elementi sono prerogativa del suo portafoglio artistico, e, non a caso, è individuato come uno dei maggiori esponenti dell’arte povera (ma per me è un capitolo a sè stante).
Il bianco del sale. Lo stesso colore di Castellani, una percezione sensoriale e artistica completamente diversa.
Guerrino Bardeggia guarda “Oltre”: il bianco interpretato da un artista visionario
Per continuare il percorso, partendo dall’essenza minimale, passando per la materia e la sua sublimazione, ora andiamo “Oltre”.
“Oltre” è un’opera di Guerrino Bardeggia, artista recentemente scomparso cui ho già parlato. È un poeta visionario, legato a suggestioni e stimoli espressionisti e, secondo me, vicini alla Transavanguardia, pur mantenendo uno stile completamente individuale.
Il critico e storico dell’arte Alessandro Giovanardi, curatore della raccolta d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, in un catalogo legato alla mostra di Bardeggia “Poemi del fuoco e della luce” del 2014 a Castel Sismondo di Rimini, definisce “Oltre” un dipinto parte specifica dell’indagine informale dell’autore. Si tratta del “vertice di una ricerca tesa alla luce risplendente nelle tenebre. Qui le cromie sono una comunicazione piena della luce aldilà delle forme, come fissando il sole o il fuoco con le palpebre abbassate: la tela è la membrana su cui si ferma nel colore l’energia sfolgorante e si dà in macchie, lampi, linee esplosioni” (Alessandro Giovanardi).
È forse la fase più libera e matura dell’artista marchigiano che lascia i riferimenti oggettivi e il linguaggio didascalico, si abbandona alle emozioni, e vede, in quest’opera, il “bianco” come passaggio per un’indagine più profonda nella propria dimensione artistica.
O forse è semplicemente la vera visione di uno squarcio dimensionale, una porta del tempo tra un mondo e l’altro. Lo scopriremo, forse un giorno, varcandolo.
White in the City: i grandi designer e architetti vestono di bianco i gioielli architettonici di Milano
Io adoro il bianco! E sono felice di scrivere di White in the city.
La Milano Design Week, con tutti gli eventi legati al Salone del Mobile e al Fuorisalone, è sempre stata densa di eventi frizzanti e interessanti.
Tuttavia questa iniziativa dedicata al bianco, White in the city, appunto. è davvero un plus. Viene celebrato il bianco da grandi architetti e vengono interpretate grandi location milanesi legate all’arte e alla cultura.
Nell’ormai universalmente riconosciuto quartiere di Brera, uno dei punti focali della Milano Design Week, White in the city occuperà i quattro più bei gioielli architettonici e luoghi di riferimento della cultura milanese.
La Pinacoteca di Brera, l’Accademia di Belle Arti di Brera, la ex chiesa di San Carpoforo e Palazzo Cusani saranno la cornice prestigiosa di installazioni dei maestri del design e dell’apporto creativo di grandi architetti, identificate dall’uso del bianco nelle diverse espressioni.
Il percorso espositivo prosegue nel centro di Milano, Corso Italia, in un insolito giardino e un loft nel Class editori Space, che farà da coreografia alla mostra White Young. I designer coinvolti nella mostra sono giovani, principalmente affermati a livello internazionale, che racconteranno la loro interpretazione del colore bianco come elemento vitale e innovativo di una società ecosostenibile.
I progetti saranno di scala differente, dalle installazioni architettoniche dei grandi protagonisti del design agli oggetti di uso quotidiano, dagli ambienti ai piccoli accessori per la persona in un perfetto equilibrio tra arte e design.
Qualche nome? Stefano Boeri Architetti, David Chipperfield Architects, Studio Libeskind, Studio Marco Piva, Patricia Urquiola, Zaha Hadid Architects, Jasper Morrison, Stefano Boeri Architetti, David Chipperfield Architects, Studio Libeskind, Aires Mateus Associados, Studio Marco Piva, Patricia Urquiola, Zaha Hadid Architects, 5+1AA Alfonso Femia-Gianluca Peluffo, Alberto Apostoli, Studio Asia, Caberlon Caroppi Italian Touch Architects, Raffaella Laezza Underarchitecture, Studio Mamo, Jasper Morrison, Studio Rotella, Studio Svetti.
Direzione artistica Giulio Cappellini – Evento organizzato da Oikos