Sono stata invitata ad assistere allo spettacolo Giudizio Universale – Michelangelo e i segreti della cappella Sistina, venerdì 16 marzo all’Auditorium Conciliazione di Roma. Ecco qualche anticipazione.
Che cosa mi aspetto dallo spettacolo?
Giudizio universale mixa aspetti artistici derivati dalle più svariate componenti: light art, sound art, danza, teatro, scenografie e tecnlogia d’avanguardia. Io mi aspetto però che tutto questo sia fedele alla storia e trasudi autenticità. Il traguardo più bello da raggiungere con questo tipo di espressione artistica è la comunicazione affidabile e autentica del passato con il linguaggio del presente e del futuro. E lasciare tracce indelebili carica emotiva.
Ma sono sicura che questa mia aspettativa sarà esaudita. Lo spettacolo di Marco Balich, che è abituato a intrattenere milioni di anime con grandi eventi come le cerimonie di apertura Olimpiadi, godono della collaborazione del Mibact (Ministero bei Beni e delle attività Culturali) e della consulenza scientifica dei Musei Vaticani.
Conferma tutto Barbara Iatta, direttrice dei Musei Vaticani:
“È da questa attenzione alle forme innovative di espressione artistica che prendono corpo iniziative come quella del Giudizio Universale. Michelangelo e i segreti della Cappella Sistina.
La collaborazione dei Musei Vaticani con Artainment Worldwide Shows va letta proprio in questa volontà di sintesi fra tradizione ed innovazione.
Il gruppo di lavoro di Marco Balich non ha semplicemente chiesto ai Musei Vaticani le immagini della volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina, ma ha voluto il nostro aiuto per la meticolosa ricostruzione storica della città di Roma e del complesso del Vaticano agli inizi del Cinquecento, per offrire risultati reali e storicamente coerenti. Ha voluto, inoltre, notizie dettagliate sul conclave e anche su tanti altri aspetti di questo straordinario Stato più piccolo del mondo, che è appunto la Città del Vaticano”.
Giudizio universale spettacolo ricco di storia
Nel 1508 Michelangelo viene invitato da papa Giulio II e realizzare la decorazione della volta della Cappella Sistina, dove si trovavano già, sulle pareti laterali, gli affreschi commissionati da papa Sisto IV ad alcuni dei migliori artisti del suo tempo, tra i quali Botticelli, il Ghirlandaio, il Perugino e Pinturicchio. Michelangelo, che si considera uno scultore e non un pittore, accetta non senza perplessità e tormenti l’incarico, accingendosi a dipingere la volta sul cielo stellato realizzato da Piermatteo d’Amelia senza conoscere le tecniche dell’affresco. In 520 giorni di lavoro senza sosta, come in un duello corpo a corpo, porta a termine il capolavoro.
Trent’anni dopo Papa Clemente VII, eletto nel Conclave del 1523, richiama l’ormai sessantenne Michelangelo per conferirgli un altro incarico: dare una nuova veste alla parte dell’altare della Cappella Sistina. L’artista, pur stanco e dubbioso sulla sua capacità di dipingere ancora, accetta la sfida e realizza un’opera di inaudita potenza estetica, emotiva e spirituale: il Giudizio Universale.
Alcuni dettagli legati alle persone che orbitano intorno a Giudizio Universale spettacolo di cui vi racconterò presto emozioni e considerazioni