Oggi ho il piacere di segnalare un evento teatrale che unisce due aspetti interessanti per il mio blog, arte e teatro. Il 15 e il 16 gennaio, presso il teatro di Documenti a Roma in via Zabaglia a Testaccio, prenderà vita una trasposizione teatrale dell’indagine di Franco Moro, storico dell’arte indipendente, su Michelangelo Merisi (Caravaggio).
Fin da quando studiavo storia dell’arte alle superiori, e poi alla facoltà di lettere di Urbino, ho sempre “letto” Caravaggio dalla maturità artistica in poi, concentrandomi su una padronanza di stile e di messaggi già acquisita. Per questo mi sono interessata a questo spettacolo, che grazie al volume “Caravaggio sconosciuto“, alimenta un flusso conoscitivo e indagatore sui suoi esordi. In effetti, se ci soffermiamo a pensare il contesto temporale in cui fioriva l’arte di Michelangelo Merisi, ci accorgiamo che esso ha appena visto ” nuove norme del Concilio di Trento, la morte di San Carlo Borromeo, il rogo a Roma di Giordano Bruno, un mondo sconvolto e vacillante sotto i colpi delle idee rivoluzionarie di Galileo”.
Uno stimolo irresistibile all’apertura di nuovi linguaggi perché tanti erano gli argomenti nuovi da raccontare, partoriti da nuova consapevolezza e rigori invece che ritornano molto più aggressivi. Da questo punto di vista, rivelare gli esordi caravaggeschi risultano ancora più “golosi”, perchè hanno dato vita ad un intento artistico estremamente innovativo e ad un codice espressivo estremamente personale e unico in tutta la storia dell’arte.
Lo spettacolo teatrale “Caravaggio sconosciuto”
Lo spettacolo si apre con il serrato dialogo di due giovani attori (la Musa dell’Arte e il giovane Michelangelo Merisi) che introducono alcuni contenuti tra gli aspetti finora inediti affrontati nel volume di Franco Moro; segue la presentazione delle principali novità con l’autore Franco Moro e lo storico dell’arte nonché psichiatra Filippo Maria Ferro, con il corredo di immagini a cui segue il relativo dibattito con il pubblico. Una opportunità per conoscere un nuovo punto di vista che illumina gli esordi del Merisi.
Lo spettacolo quindi ha una scenografia precisa, alla quale seguono momenti di dibattito e dialogo col pubblico che vanno a raccontare la fase più acerba (ma non meno entusiasmante) di un genio a volte definito sovversivo e assolutamente innovativo.