The floating piers: riflessioni democratiche
Può piacere o meno; può essere considerata arte o meno; ma “The Floating Piers” è un progetto audace, coraggioso e perfetto per questo tempo dedito alla condivisione delle esperienze. Il lago d’Iseo è stato il centro del mondo dal 18 giugno al 3 luglio 2016.
Come spiegato nel mio primo Vlog (scusate la pronuncia e il montaggio, ma è tutto artigianale e fatto da sola 😉 ) credo che il successo dell’opera sia nascosto dentro la semplicità con cui è stata accolta dal pubblico e con cui è stata condivisa.
Grandi storici dell’arte l’hanno snobbata secondo me perchè non hanno colto il grande significato democratico che essa incarna, che sa di libertà pura.
Qui le corsie preferenziali erano solo quelle dedicate ai disabili e ai passeggini. La forza dell’opera era proprio quella gioia che la gente comune infondeva nello scattare una foto, o nel scrivere un post.
La voglia di essere parte di un tutto, di viver qualcosa di unico in mezzo a migliaia di persone.
Le considerazioni finali di Christo: “The floating piers” unico e irripetibile
Come è arrivato, se ne andrà. The floating piers sarà smontato e spedito in varie aziende in Europa per contenere al massimo l’impatto ambientale.
“Solo una volta nella vita camminerete sulle acque per 16 giorni e non ci sarà mai più un altro Floating Piers nel mondo dopo il 3 luglio. I progetti artistici finiscono, nessuno può possederli.”
Christo
È anche questa una delle peculiarità che ha reso irresistibile The floating piers: è finita, non esiste più. C’è solo Google che ha fatto uno splendido street view per renderlo eterno. Ed è vero che nessuno ha dettato leggi o imposto la propria presenza come infuencer o come “padrino” dell’opera.
La sua democraticità mi ha conquistato: è un’opera per la gente, promossa dalla gente. Gioisco nel vedere che l’arte, che per me è elevazione del sè, diventa alla portata di tutti.
L’opera di Christo non è di nessuno, ma solo di chi l’ha vissuta e chi l’ha concepita, e che, come dice lui, sarà portata nel cuore di chi l’ha vissuta per sempre.
Sono sicura che Jeanne-Claude, da lassù sorride.
Su Artsy c’è una pagina molto interessante su tutto il lavoro “dietro le quinte” di Christo e Jean Claude. Permette di capire meglio il lavoro concettuale e creativo dietro progetti così mastodontici eppure così profondi.
Caro Armando, grazie per il tuo commento. Guardo subito e leggo con piacere il tuo articolo! A presto!