Alessandro Giampaoli: la fotografia apre un varco primordiale per lo spirito
Grazie ad una cara amica, che condivide con me la grande passione per le arti, e che si prodiga (anche per lavoro) affinché il vero talento venga diffuso e promosso il più possibile (parlo della meravigliosa Camilla Falcioni), sono venuta a conoscenza della fotografia “sopraffina” di Alessandro Giampaoli.
Il catalogo di “Punctum”, alla Galleria Lancellotti di Roma, dal 1 al 31 marzo 2017.
Chiacchierando in ufficio mi ha mostrato il meraviglioso catalogo di una personale dell’artista a Galleria Lancellotti, Roma, svoltasi dal 1 al 31 marzo nel 2017: “Punctum“.
Alessandro Giampaoli, Malia, 2017, “Punctum” 1-31 marzo, presso Galleria Lancellotti, Roma
Quando Camilla mi mostrò i lavori di Giampaoli, non ci conoscevamo ancora bene, eppure ha capito subito che i suoi elaborati mi avrebbero toccato l’anima. Posso solo dire che sono stata subito turbata dalla tecnica, dall’estrema sintesi dei concetti, dall’approccio unico e personale al mondo della fotografia d’arte. Ma è la spiritualità legata al tema della natura che mi ha donato quel brivido, complesso e vorticoso, che avverto quando la narrazione di un artista arriva dritto dritto al cuore.
Alessando Giampaoli: chi è? Cosa fa?
Alessandro Giampaoli è un artista marchigiano classe 1972, e con questi dieci scatti esposti alla Galleria Lancellotti accede alla fase finale della London International Creative Competition e nel 2014 vince il Premio “G.B. Salvi” di Sassoferrato (sotto trovate qualche cenno biografico).
Il processo creativo che Giampaoli asseconda è volto alla sublimazione dell’essere umano e dell’essere naturale. I corpi prima degli scatti vengono dipinti con pigmenti bianchi e neri, affinchè diventi un tutt’uno con la Luce che li avvolge. Lo scatto è la parte conclusiva di un percorso che vede la staged photography la tecnica con cui si esprime.
La scelta di agire con la “fotografia allestita” prevede un lavoro concettuale profondo. L’immagine viene disegnata nella mente dell’artista che traduce in causa e effetto la propria idea. E così, nella loro ridondante essenzialità corpi e elementi naturali si esaltano a vicenda, indagando sulla “Natura dell’Essere“, e allo stesso tempo, “L’Essere Natura“.
Il Velo di Maya, Alessandro Giampaoli, “Punctum”
“Nelle sue opere il Tempo si fa attesa di un Viaggio archetipico verso la consapevolezza del sé, per una riconsiderazione dell’Uomo che non può partire dall’alto, dalle espressioni più elevate della sua creatività, ma dal basso, dal suo essere Natura, per il recupero di un continuum tra cosmo, organismo e mente”.
Alessandro Giampaoli, PUNCTUM
Questo contatto idillico tra uomo e natura: una poetica dalla bellezza commovente
L’uomo, spogliato di ogni barriera, splendente nella sua purezza, che trascende vita attraverso un contatto forte e sentito con la natura. Una meditazione idillica sospesa nel tempo e nello spazio. Una traduzione visuale di immagini e pensieri legati ad archetipi biblici e alle più contemporanee esigenze umane e sociali, che vedono l’uomo ricercare disperatamente un rapporto nuovo con Madre Terra.
“VIVO COME SEGNO – Che lo sguardo plani leggero, danza di libellula sulla pelle dell’acqua e andandosene ripieghi la palpebra come l’angolo della pagina di un libro mai dimenticato”. Alessandro Giampaoli
Alessandro Giampaoli, “Dogma”, PUNCTUM
Il catalogo di PUNCTUM
Ogni evento artistico, ogni mostra, deve assolutamente fare i conti con la sua diffusione e comunicazione. Il web è un settore con cui molti galleristi e enti devono ancora imparare a fare i conti. Ma questa è un’altra storia. Un’ altra fase importante della comunicazione è sicuramente la creazione del catalogo, che deve essere a immagine e somiglianza, anche sensoriale, della proposta narrativa dell’artista.
Qui Camilla Falcioni ha sublimato magistralmente, nel cartaceo, la forza delle immagini di Giampaoli, traducendole in sensazioni tattili sottili e allo stesso tempo presenti. Sfogliando il catalogo ci si immerge nella luce di Giampaoli, anche grazie al formato che abbraccia completamente le opere.
“Ecco, da qui il titolo, Punctum, ripreso dalle teorie di Barthes, (La chambre clair, Paris, 1980). Lo spettatore dinnanzi alle immagini fotografiche di Alessandro Giampaoli viene irrazionalmente colpito da un dettaglio, un particolare della foto, un punctum che fa scaturire il suo aspetto emotivo.
Il coinvolgimento è totale, il punctum custodisce il cuore di tutta l’immagine e regala la verità, forse non assoluta, ma sicuramente quelle che ognuno di noi vorrebbe leggerci. Camilla Falcioni – dal catalogo di Punctum
Alessandro Giampaoli, “Palingenesi”, PUNCTUM
Cenni biografici su Alessandro Giampaoli
Alessandro Giampaoli nasce a Pesaro nel 1972. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Urbino, si perfeziona in fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano.
Il suo logos figurativo si è strutturato attorno ad un’unica e costante esigenza di ricerca, che è quella della sintesi più netta, non solo formale ma anche e soprattutto ideologica. Le sue opere vivono così di una costante tensione verso l’assoluto e la dimensione spirituale.
Attualmente lavora con la staged photography, dipingendo gli elementi con cui compone la scena.
Il lavoro di Alessandro Giampaoli ha avuto riconoscimenti internazionali in importanti contest come Prix de la Photographie Paris (2009), Black and White Spider Awards (2009, 2010), London International Creative Competition (2013), e dal 2000 è stato esposto in numerose mostre e fiere d’arte in Italia e all’estero: si ricordano Photo ltd Torino (2009), KunstArt Bolzano (2010), Lucca Digital Photo Fest (2010), Madrid Foto (2011), Shanghai Contemporary Art Fair (2011), Photo Vernissage St. Petersburg (2011), 54ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2011).
Nel 2014 vince la 64ª edizione della Rassegna Internazionale D’Arte/Premio “G.B. Salvi” di Sassoferrato. Nel 2017, la personale “Punctum”, a cura di Camilla Falcioni, presso la Galleria Lancellotti di Roma, prima esposizione italiana dedicata al progetto artistico “L’impenetrabile semplicità di ciò che è”, presentato a Parigi nel 2015, in occasione di Paris Photo.
#refugeecameras è un progetto commovente e dall'impatto emotivo fortissimo. Ho pianto. Ho pianto davanti alla realtà vivida che questo progetto Continua
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