Andrea Gandini è un nome che sentiremo molto spesso nel futuro della scultura contemporanea romana.
Andrea Gandini: un giovane artista che coinvolge attraverso mille sfumature
Prendi uno scultore, un artista con grande manualità. Prendi la freschezza degli occhi della gioventù, e la magia di intenti di qualcuno che ama rendere il mondo un posto migliore.
Prendi la voglia di esprimersi attraverso nuovi linguaggi e la voglia di attraversare nuove frontiere. Aggiungi l’elemento sorpresa e forse riuscirai solo in parte a capire la grande forza delle opere di questo giovane artista romano.
Andrea Gandini è uno studente del liceo artistico Ripetta a Roma, ha 18 anni e si sposta dal suo garage a scolpire in strada perchè un giorno finisce il materiale. Scopre che scolpire un tronco morto,e abbellire la sua città, concede grande soddisfazione interiore e incuriosisce il mondo.
Per questa galleria si ringrazia Alessandro Guarino per le foto bellissime, intense.
La magia della vita che torna all’albero di Andrea Gandini
Mi sono molto emozionata leggendo le parole di Andrea. Egli ha colto bellezza sfavillante, profonda e viscerale dalla materia. In un’ intervista su Repubblica afferma che scolpire il legno ha un significato vibrazionale profondo.
“Pensare che il legno, prima di diventare un semplice tronco morto, avesse una vita, si nutrisse di linfa per sopravvivere, mi emozionava, mi sembrava come se, in un certo senso, lo stessi facendo tornare ad esistere”.
Chi mi legge sa che quello che appena detto ha un forte effetto su di me: l’arte è tale quando eleva il sè superiore che c’è in noi, e si evince dalle sfumature elettive e immateriali, come queste.
Andrea Gandini è e sarà un grande artista perchè la sua arte è spontanea e rivela il divino che c’è in lui.
E poi ha una bellissima manualità grafica, i suoi disegni hanno tratti riconoscibili, personalità e dimostrano una conoscenza di tecnica pittorica affascinante almeno quanto la scultura.
Andrea Gandini e il principio di co-creazione
Anselm Kiefer ama esporre al vento, alla piaggia e alle intemperie le proprie opere perchè così possono essere firmate da Dio, Andrea invece interagisce con Roma e chiede ai romani di segnalargli i tronchi morti che può riportare a vita.
Riceve carezze dagli anziani che ammirano il suo lavoro mentre scolpisce e dialoga con i bambini che lo guardano estasiati.
L’arte urbana, la street art, la waste art (Andrea dipinge anche resti di spazzatura e prende in prestito blocchi di asfalto dalle buche romane alle quali dona colore e forme alla sua maniera) ha in sè questa grande magia: è patrimonio di tutti, e tutti possono viverla, intensamente, veramente.
Per questo è l’arte che amo di più, perché è quella reale, sentita, spontanea e rivelatrice di ciò che siamo, qui e adesso.
Visitate la pagina Facebook di Andrea Gandini. È un bagno di intensità, magia, talento di cui sentiremo molto parlare.
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