Sono tre esempi di arte su mezzi di trasporto: icone di sogni, di aspirazioni, di metafore.
Godetevi il viaggio su mezzi di trasporto d’eccezione, dove il divino che esiste in noi ha poggiato la sua mano.
Guido Van Helten e Sæfari: la nave di Akureyri Iceland
Chi mi legge sa che Guido Van Helten è uno dei miei street-artist preferiti. Ho scritto della sua opera nel reattore di Chernobyl con grande passione e stima.
Nel 2015 ha dipinto il versante di una nave, la Sæffari.
Vi invito a guardare questo video meraviglioso di Selina Miles, giovane regista specializzata nella documentazione e della realizzazione di opere legate allo spray painting o graffiti.
Trovo nella nave dipinta da Guido una nota nostalgica incredibile, che travolge l’anima. Ma per capirla, è necessaria una premessa.
Il Sæffari è l’unica nave che unisce Akureyri con l’isola di Grimesy. A questa nave quindi sono associate tantissime sfumature di valori immateriali.
È collegata la vita di persone che ogni giorno hanno a che fare con una natura splendida per quanto spietata. È una sorta di talismano importantissimo per la gente del posto. Tanto che Guido ha dovuto concentrare il suo lavoro in due giorni, lavorando per molte ore consecutive per non intralciarne il transito.
Nel video di Selina si sentono varie interpretazioni riguardo lo sguardo della donna dipinta che indossa un maglione tipico Islandese. Quella che a me ha emozionato di più è questa. Qualcuno ha interpretato il ritratto come il volto di una madre che ha perso il figlio e che ora lo sta cercando guardando l’acqua.
Questa metafora mi inquieta. E mi emoziona tantissimo.
Serafino Duranti e Air Dolomiti: un sogno che vola alto
Un esempio tutto italiano per quanto riguarda l’arte e i mezzi di trasporto: Air Dolomiti (compagnia Lufthansa) ospita, in un proprio aereo, un’ opera di Serafino Rudari.
Si chiama “Reaching Out” ed è stata dipinta per celebrare i 25 anni di vita della compagnia. L’aereo è un Embraer 195, l’opera è dipinta sulla fusoliera dell’aereo “icona” della compagnia.
Serafino mi ha gentilmente concesso una dichiarazione che condivido con gioia. Sono profondamente d’accordo con lui. L’arte non inizia nè finisce, se non nell’attimo che viene contemplata e in quello che viene condivisa.
Pensando a questo “progetto” (ma facendo una considerazione in generale quando affronto un percorso o mi trovo in un lampo creativo) , la mia percezione è che “l’opera ha origine nel momento in cui si compie“.Non riesco a vedere il termine della realizzazione come un punto d’arrivo. Né per un impegno di questo tipo, elaborato e perfezionato in mesi e mesi di preparazione, né per una performance dal vivo che si genera in pochi minuti.È una considerazione che va oltre il riuscire a realizzare, è una considerazione che attribuisce l’inizio del senso dell’opera nel momento in cui è definitivamente presente e soprattutto “condivisa“. Sembra un “passaggio del testimone” a coloro che avranno modo di riceverlo, a coloro che vorranno riceverlo ad ognuno nella propria maniera e con la propria sensibilità.
Kenor e il treno di Kiev
Il meraviglioso treno dipinto di Kenor si trova a Kiev, Ucraina.
Fa parte del progetto più grande Art United Us di cui ho parlato in paio di articoli. L’ebbrezza dei colori utilizzati dall’artista di Barcellona donano alla metropolitana di Kiev una gioia frizzante.
Credo, e ne parlerò, che in Ucraina e in alcuni paesi dell’Est sia in atto una sorta di rinascimento urbano che dona colori e semina rinascita su paesaggi cittadini in degrado.
Kenor afferma sempre che i suoi colori brillanti e geometrici sono ispirati alla techno music, che lui ama.
E, se immagino il treno, coloratissimo, sfrecciare sul grigio del paesaggio urbano mi sembra di sentire la musica di cui parla.
Mi piace pensare all’allegria di Kenor come alla musicalità delle forme e i colori di Kandinskji. Qualche storico dell’arte “classico” non sarebbe d’accordo, ma io “sento” l’arte in modo differente e sento che è quella che viviamo, che vediamo nella nostra realtà, l’arte che studieranno i nostri figli sui libri di storia.