Guerrino Bardeggia e la forza della Donna
Nel 2012 fu pubblicato un mio articolo su Guerrino Bardeggia su Rimini Donna, un periodico locale dedicato prevalentemente alla figura femminile. Tengo molto a questo testo perchè parla di uno degli artisti più interessanti di fine secolo, di cui parlerò spesso in questi spazi. Vi riporto l’articolo tale e quale, ditemi cosa ne pensate.
“E’ sempre più difficile individuare esattamente cosa sia Arte.
Dall’impressionismo in poi l’emozione diventa filtro per la pennellata, intingendosi di elementi quali la luce, l’espressione, gli stati d’animo.
Poi arriva Duchamp e un porta bottiglie diventa “opera”. Allora si individua come Arte l’affronto, la provocazione, il concetto, l’emozione che l’elemento fa scaturire dentro di noi.
La Transavanguardia riporta nei gangheri “d’esecuzione” il pennello e un figurativismo intriso di emotività, e ci troviamo davanti ad esempio i personaggi dell’intimo teatro di Chia. E’ forse per questo che un’ attitudine universale verso tutte le forme d’arte, tutte le tecniche concentrate all’interno dell’operato di una sola figura umana ci fa rimanere talmente sbigottiti da non capirla. Guerrino Bardeggia racchiude tutto ciò sopra esposto (concetto, tecnica, affronto) ed è stato padrone di tutta la materia artistica possibile esistente. Sa disegnare, sa dipingere, sa incidere, sa plasmare ogni tipo di materiale: argilla, cemento, ceramica.
Ha scolpito anche la sabbia. Un divorare compulsivo di ogni tipo di materia, che fa sua, che riempie del suo stile. A voglia dire che l’arte è concetto. L’arte è anche concetto, ma quando è fuoco nelle mani che concepiscono, che plasmano colore, che modellano pensieri, lo è ancora di più.
Alla capacità tecnica sublime di Guerrino Bardeggia si deve assolutamente aggiungere un altro elemento che fa di lui un personaggio coerente: ha dipinto per cicli la religione, la vita, l’amore, la morte. Non si finirebbe mai di parlare della forza vera che si evince dalle opere legate al suo Dio, quello biblico, quello forte, e di quanto questo aspetto non sia capito. Egli incarna la religione in senso puro, quello radicato nella nostra esistenza, l’alfa e omega della Bibbia. Ma questa non è la sede per parlare della ieratica fermezza della sua convinzione religiosa, del timor di Dio quale ricchezza della nostra anima.
Bardeggia è anche il poeta della vita, della donna, della madre, della natura. Le opere legate a queste tematiche, per lo più sconosciute anche a chi lo conosceva bene, sono una sintesi di emozioni così delicate e così intense, così oniricamente dolci, rilegate in contesti cromatici come fossero costellazioni nel cielo. Bardeggia è colui che esprime la dolcezza di un abbraccio in una simbiosi tra madre e figlio, colui che ritrae in maniera esemplare la maternità, senza compromessi e né mezze misure: lo squarcio del rosso è il chiasso del dolore, e la dinamica del disegno evoca la vita.
I suoi occhi sono all’interno del contesto che rappresenta, e trasportano nella tela il suo percepire: i colori sono la sua voce, e il segno è vibrazione.
E’ il poeta degli occhi dei bambini che brillano davanti allo sbalorditivo splendore di elementi della natura come i passerotti.
E’il grande e rispettoso celebratore della donna, come sede univoca del miracolo, quotidiano ma sempre unico, della trasmissione della Vita.
Guerrino Bardeggia comunica emozioni talmente brillanti, meravigliosamente intense, che quasi come ultrasuoni non arrivano alle orecchie di tutti. Educhiamo il nostro occhio alla sua arte, scopriremo la magnificenza di uno dei più grandi artisti di inizio millennio.
Lara Badioli – Rimini Donna Febbraio 2012