L’ Hotel MO.MA, di cui ho parlato una paio di settimane fa, sta ancora trasmettendo pensieri ed emozioni fortissime che appartengono all’artista Monica Marioni. Tra il nove febbraio e il nove marzo, Casa Gallo a Vicenza ospita svariati aspetti, temi e propositi artistici dell’operato di Monica Marioni attinto dagli ultimi anni di attività dell’artista. Il tutto riproposto in una chiave piacevolmente domestica. Anche se l’artista e la curatrice, Maria Rosa Sossai, definiscono l’attività a casa Gallo una “sede di arte contemporanea e cultura presidiata” (nel senso di presidio, non di occupazione vera e propria).
Ogni week end la stimolazione cerebrale all’interno della biblioteca internazionale “La Vigna” (ex Casa Gallo) si arricchisce di performance e di esperienze proposte per l’occasione. Se il fine settimana scorso siamo stati deliziati da “Brunch time“, domani, il 23 febbraio alle ore 17 verrà presentato “La truffa” uno “still” fotografico della performance compiuta dall’artista a fine 2017, legata al dissesto dell’istituto bancario cittadino del quale lei stessa, come altre migliaia di persone del territorio, ha perso denaro.
La trasposizione dei pensieri e delle emozioni: Monica Marioni, nevrosi e paure
In attesa di assistere alla performance “La truffa”, mi soffermo un attimo su “Brunch time“, che è stato il leit motive che ha arricchito la data di apertura di questo evento talmente inclusivo ed immersivo da far perdere la nozione delle dimensioni e delle emozioni.
Monica riesce a lavorare per sinestesie oggettuali: la bilancia di FAME (2015) racchiude, come ho giù scritto, le paure e le contraddizioni del nostro stile di vita. “Brunch Time” utilizza lo stesso meccanismo: il nutrirsi diventa un’ overdose glicemica, dalla forma delicata, seducente e pericolosa di un Lollypop di zucchero. Niente nutrimento, solo l’illusione che stia andando tutto nel verso giusto, piacevolmente gratificati da un a”dolce” rinuncia. Un digiuno e un’aridità che ci compiace perché nella capacità di rifiuto veniamo celebrati in un mondo che, pur presentando caratteristiche angoscianti e deleterie, ci propone la “pillola” giusta al momento giusto. Un “dessert” che ci fa dimenticare il rapporto con la realtà, con la capacità di affrontare gli errori, le emozioni e il nostro “io”.
Hotel MO.MA Monica Marioni vernissage
Domani, alle ore 17, verrà presentata “La truffa”.
Immaginate 118mila imprenditori e risparmiatori, che vedono le proprie azioni crollate, pagate a 62,50 euro e rivendute a 10 centesimi.
Leggiamo Federico Graziani su MasterX IULM, gennaio 2018:
“Patrimoni dissolti in un amen, risparmi di una vita polverizzati all’istante, senza neanche la possibilità di correre ai ripari prima che tutto implodesse. E’ un destino che ha accomunato tanti dei 118mila imprenditori e risparmiatori che riempivano le assemblee annuali dei soci della Banca Popolare di Vicenza. Il valore delle loro azioni si è frantumato sotto il peso di prezzi gonfiati, scambi di favori e operazioni finanziarie ai limiti della legge. Un sistema, permesso da una vigilanza inefficiente, che ha portato al crac: da 62,50 euro per azione a 10 centesimi. Era un castello di carte. E il vento della crisi economica l’ha fatto crollare.”
Come avrà lavorato Monica Marioni? Chi la segue come artista e come interprete delle “Umane paure”, conosce forse già il linguaggio adottato per “lavorare” questa sensazione dissacrante, questa protesta oggettuale e concettuale che ritengo benedetta. Sì, perchè l’arte libera, esorcizza e sviscera la nostra parte oscura. Quasi come un medium, l’artista è veicolo di energie che necessitano di essere manifestate. Il pubblico riesce ad identificarsi in esse e si sente parte di un tutto che è riuscito a “dire” il non detto, e a “fare” il non fatto.
Il solletico intellettuale che Monica Marioni riversa in ogni dettaglio della sua espressione, è particolarmente vivo nella scelta dei flyer della mostra, ispirati ai libretti degli assegni della banca.
Le ali di Monica Marioni ci salveranno
Sarà la mia indole ottimistica, oppure la voglia di delicatezza e di sapore di speranza che cerco in ogni forma artistica che mi circonda, ma sono rimasta folgorata dalla bellezza dell’opera ALI ambientate a Casa Gallo.
Ali schematiche, pungenti e geometriche, ma pur sempre ali. Ali di colore verde acido, ma pur sempre elemento di elevazione. La “corazza” di queste ali così decise si “scioglie” in un abbraccio molto commovente tra la luce naturale e quella artificiale ad una determinata ora del giorno. In questi giorni, luce naturale e luce artificiale convergono tra loro alle ore 17:15.