Si è appena conclusa Artefiera 2017 a Bologna.
Guardando le iniziative collegate, ho aggiunto alle mostre da vedere un interessantissimo spaccato, raffinato e insolito, di due street artist all’interno di una galleria d’arte. Essi hanno deciso di comunicare un messaggio artistico forte (di quelli che piacciono a me), presso MAGMA Gallery. La mostra si chiama Misplaced.
Si tratta di Tellas e Ciredz.
Misplaced: a Bologna dal 27 gennaio al 18 marzo 2017
Questa mostra raccoglie un progetto condiviso da due personalità molto diverse, ma che hanno in comune un’abilità grafica molto accentuata.
La continuità del tratto, l’illusione ottica, l’abilità oserei dire xilografica dei loro lavori (alcuni potrebbero sembrare vere e proprie incisioni) li rendono figli di uno stesso filone dell’arte urbana dedito al segno e alla grafica, e non mi stupisce che abbiano, insieme, colto questa occasione espositiva presso Magma Gallery.
Nelle opere di Tellas intravedo le vibrazioni vitali della natura, dei germogli e delle gemme rigonfie di vita.
In Ciredz sento l’eco del minimalismo americano, da cui fa capolino la celebrazione del suolo e della terra che ci circonda.
Ci troviamo davanti due personalità sopraffine che si distinguono nel panorama artistico odierno e sinceramente mi complimento con Magma Gallery per questa mostra. Indovinate un po’, perchè stimo così tanto i due artisti?
Chi mi conosce sa benissimo che il minimalismo americano (Frank Stella, Donald Judd, Carl Andrè, Dan Flavin, Robert Morris…) è stato tema dei miei studi e credo che sia un tipo di arte difficile da raccontare e da spiegare. Necessita capacità di trascendere l’oggetto, di esercitare forti esercizi di sintesi e sottintende una ricerca e una cultura artistica evoluta, non proprio comune.
Qui il segno e la geometria viene mitigata, anzi arricchita, di grandi significati legati ai cambiamenti ambientali.
Devo sottolineare il fatto che il concetto lanciato da Misplaced favorisce la capacità di comprensione astratta fondendola con un messaggio che amo e primordialmente più comprensibile. È proprio a causa di questo lascito concettuale, presentato dai comunicati stampa della mostra, che mi sono ulteriormente innamorata di questi due artisti. Leggete un po’:
Il progetto Misplaced racconta di cambiamenti: quelli ambientali, trasformazioni irreversibili causate dall’azione dell’uomo; quelli dell’anima, in cui i riferimenti a noi vicini, conosciuti, sembrano continuare a mutare; quelli geografici, in cui l’uomo si ritrova viandante, disperso in un mondo dai confini precari.
Al tempo stesso però, nelle opere di Tellas e Ciredz, così enigmatiche, silenziose, si ritrovano luce, vita, sostanza organica.Anche sulla superficie apparentemente arida dei cementi di Ciredz si osserva la rinascita, tracce crescenti di una forza mai ferma, che sembra provenire dai quei labirinti stilizzati delle sue opere su carta per condurci a nuovi mondi, in cui il perdersi diventa stupore.
Nelle opere di Tellas, invece, la forza centrifuga dei suoi elementi, il movimento istintivo di alcuni tocchi di colore, preannunciano che al caos, alla rivoluzione in corso dei nostri orizzonti, seguirà una nuova calma.La luce, filtrante ed esaltata fra le matasse inestricabili dei suoi segni, sembra essere uno degli elementi centrali della sua nuova ricerca. Strade e territori inesplorati si celano dietro la forza degli elementi naturali raccontati in maniera vibrante ed essenziale al tempo stesso.
Cemento e carta sono i media principali di questa mostra, cui si affiancano anche opere inedite su tela.
La povertà e la purezza di questi materiali, così dissimili, lontani, sono le caratteristiche alla base di Misplaced, quasi un voler raccontare all’uomo, allo spettatore, visioni di una nuova civiltà, tramite le piccole opere su carta, così espressive, o le opere su cemento con base serigrafica sviluppate da Ciredz.
Simboli, segni, graffiti che sembrano creati dalla natura stessa; elementi che permettono a Tellas e Ciredz di raccontare il rapporto eternamente mutevole fra l’uomo e l’ambiente in cui vive.
Non. Vedo. L’ora. Di. Vederla. Voi l’avete già vista?