Fa parte del gioco: la street art spesso è un guizzo veloce e intenso, un impulso feroce ma anche ironico. È lo specchio della nostra società, dei nostri sentimenti, imbevuto del fattore sorpresa che contribuisce a rendere tutto indimenticabile. Ma spesso c’è anche il rischio di non essere capito. Di essere cancellato. Prima però, diventa parte della nostra memoria, soprattutto se ci strappa un sorriso, come fa Maupal.
I murales di Maupal a Borgo Pio
Maupal è figlio degli anni settanta, ed è un writer di quelli che piacciono a me. Ha formazione accademica, sa disegnare, sa interpretare, sublimare e veicolare il “sentiment” sociale. E questo lo si evince dalle reazioni che innesca con le sue opere.
Non è sede per raccontare la sua storia (che trovate nel suo sito ufficiale, accanto alle sue indagini sui ritratti e le culture internazionali).
Oggi min soffermo sui murales (che poi, come mi hanno fatto notare in molti, murales non sono, ma sono poster) di Borgo Pio, a Roma. Sono (erano) due, e sono dedicati a Papa Francesco.
Super Pope
Un Pape joueur à quelques pas de St Pierre. Le graf de Maupal aura tenu moins de 24h. Effacé. Tout comme son Pape Superman @LaRepubblica_itpic.twitter.com/nrVRf7JWzK
— Mathilde Imberty (@mathildeimberty) 19 ottobre 2016
Niente da dire: abilità grafica, trasfigurazione dell’amore e dell’interpretazione che il collettivo attribuisce al nostro papa supereroe.
Pochi passi da piazza San Pietro, via Plauto, nel distretto di Borgo Pio. Effetto sorpresa che coinvolge, con il sorriso, anche suore e funzionari religiosi.
La borsa con scritto “valori”, lo slancio e l’entusiasmo verso una visione religiosa più nuova e avvenieristica, la voglia di vedere il capo della chiesa come un cambiamento positivo. Il murales di Borgo Pio di Maupal ha in sè sfumature immateriali molto importanti.
L’amplificazione social e mediatica è enorme. Tanto che Maupal viene anche ricevuto dal papa e gli consegna di persona una versione del murales a lui dedicata.
Il papa gioca a tris
Non c’è la stessa sorte per il murales cancellato ieri, sempre nel quartiere di Borgo Pio. I funzionari dell’AMA sono stati velocissimi nel rimuoverlo, considerato offensivo.
Ma vediamo: cos’ha di offensivo il secondo episodio dell’interpretazione giocosa e ironica dell’identità di papa Francesco?
C’è una guardia svizzera che fa il “palo” e protegge il papa da eventuali sguardi indiscreti, mentre gioca a tris. Con il segno della pace. Comunicandoci che ci sta provando. Che crede nella pace e “valores” di cui, nel graffito precedente, ne ha una borsa piena.
La street art è questa: sempre in bilico tra sacro e profano, sempre sul filo del rasoio tra lecito e illecito. E bellissimo.
Il poster dedicato al papa “player” è stato rimosso a poche ore dalla realizzazione.
Ma, fidatevi: più ci si sforza di eliminare un’idea, più questa vive e ci riempie la vita.
Ricordate cosa scrissi di Ino e del Bloop Festival?
21 ottobre 2016: il papa è tornato! Ma solo con Photoshop
Sta girando sui social l’immagine di un papa che, in barba a coloro che hanno rimosso il poster, sbircia dietro lo stesso angolo e di nascosto dipinge un segno della pace.
Peccato sia un fotomontaggio creato da ignoti. Però ci è piaciuto tanto, e la reazione sui social è stata incredibille.
I poster di Maupal sono piaciuti anche ad illustri rappresentanti ecclesiastici, come il monsignore Amerigo Ciani.
Egli è anche un artista, ed è famoso per i ritratti ai senzatetto di Roma. Dalla loro vendita ricava denaro per finanziare le missioni in Africa
Ecco le sue parole ad un giornalista del Messaggero.
«Chi ha dato ordine di distruggere quel murales non capisce nulla di arte. Avere cancellato quel bel messaggio di pace significa che a Roma non c’è più posto per l’arte. Che tristezza».