Lo scorso giovedì, il 15 febbraio, ho festeggiato alla grande il 454esimo compleanno di un uomo che, oltre a scrivere nuova storia, ha cambiato completamente e radicalmente la percezione del mondo: parlo naturalmente di Galileo Galilei. Un uomo che ha creduto nella verità. Che ha fatto leva sulle sue intuizioni, spaziando in ambiti talmente vasti dove l’unico minimo-comun-denominatore presente era, forse, il metodo. Ho festeggiato il suo compleanno visitando la mostra Rivoluzione Galileo, a Padova.
Rivoluzione Galileo Padova: dall’astrologia all’astronomia, attraverso l’arte moderna e contemporanea
La mostra, presso il palazzo del Monte di Pietà, fino al 18 marzo 2018, si sofferma su due topoi che ho avvertito come cardini della sua narrazione intrinseca.
Il punto di vista dell’arte e della scienza
Il primo è prettamente artistico: in un percorso logico e didascalico, ma anche squisitamente originale, viene raccontata attraverso esempi pratici l’influenza delle scoperte e delle intuizioni di Galileo Galilei sull’arte di quel tempo e di quello immediatamente successivo. Ma non solo. Viene espressa anche una folgorante immedesimazione contemporanea, attraverso fotografie e opere di artisti del panorama odierno che hanno interpretato argomenti cari all’essenza galileiana.
Riflettiamo un attimo: prima delle scoperte di Galileo, avvenute tramite mezzi da lui collaudati (il canocchiale era di origine danese, lui però, per primo lo usa per guardar le stelle), il cielo era un tripudio di figure allegoriche, miti, costellazioni astrologiche. Un mondo dove l’unica (o quasi) raffigurazione a cui la via Lattea potesse aspirare era il mito. Ovvero quella in cui essa stessa viene generata dal latte della mammella di Era mentre respinge Eracle, figlio illegittimo di Zeus.
Un mondo dove i cieli della terra sono scanditi dai segni zodiacali. Dove lo stesso Leonardo da Vinci dipingeva la Luna ancora con fattezze antropomorfe. Leggendo di questa mostra, mi è subito risuonato in testa una forte e reale constatazione:
“Dopo Galileo, niente fu come prima”.
L’uomo Galileo: marketing e pubbliche relazioni emergono a Rivoluzione Galileo Padova
Il secondo pillar riguarda un’analisi forse più antropologica. Viene raccontato Galileo dal punto di vista umano, la sua vita, le sue attitudini, le abitudini. Un’indagine viva e brillante, che ha portato alla luce aspetti del carattere di Galileo Galilei visto come uomo terreno, reale, non idealizzato.
In questi tempi l’avremmo definito “uomo di marketing“. Durante gli anni padovani (1592-1610), che lui definì i migliori della sua vita, riuscì a intraprendere smerci molto redditizi di vario tipo: pillole e medicinali, compassi, lezioni e, addirittura insieme a Keplero, si dice che vendesse oroscopi e previsioni per il futuro.
Sapeva quali leve muovere per coinvolgere la classe reggente e fare credere nei suoi progetti. Tanto da porre il suo canocchiale (l’ “occhiale eccellentissimo”) all’attenzione del doge della serenissima il 21 agosto del 1609 dal campanile di San Marco. Esso è stato presentato come mezzo per vedere da lontano i nemici, come strumento, quindi militare. Da qui scaturisce un lauto stipendio per approfondire e far progredire l’argomento, ma lui insiste a utilizzarlo in un modo alternativo.
Per lui infatti il canocchiale era ben altro. Gli investimenti su questo “mezzo” erano fondamentali per migliorarlo e volgerlo il più possibile in alto e vedere le stelle.
A Rivoluzione Galileo Padova la Fuga in Egitto (copia da Adam Elsheimer): tanta curiosità di vedere applicato nell’arte il trattato di astronomia Sidereus Nuncius del 1610
Ero curiosissima di vedere questo dipinto. Seppur fosse una copia, era interessante vedere come, dopo le scoperte di Galileo messe per iscritto nel Sidereus Nuncius, del 1610, venissero applicati i principi del trattato.
La via Lattea, i satelliti di Giove, la rugosità e la superficie irregolare della Luna, argomenti affrontati nel Sidereus, trovano figura nella tela di Elsheimer, che risale al 1620 circa. Pochi anni dopo il trattato galileiano. Gli esperti dicono che astri, via Lattea e macchie lunari fossero state aggiunte in un secondo momento.
Successivo, appunto, il trattato capace di far crollare tutti i fondamenti dell’astronomia aristotelico-tolemaica, l’unica conosciuta fino ad allora.
Adan Elsheimer ha sicuramente fatto uso di un telescopio. O ha riprodotto un cielo creato da qualcuno che l’aveva usato. Egli ha riportato un quadro astrale non corrispondente alla realtà. Ma, allo stesso tempo, ha dimostrato quanta forza avessero, immediatamente dopo la loro diffusione, le scoperte di Galileo espresse nel Sidereus Nuncius.
Percorso contemporaneo Anish Kapoor, Balla, Pelizza da Volpedo
Non posso non accennare alla bellezza e all’ importante scelta di alcune opere contemporanee che hanno dato una caratterizzazione diacronica alla mostra.
Ho trovato molto piacevole questo inserimento di proposte artistiche attuali. Mi immagino una scolaresca che si aspetta un panorama storico-artistico-scientifico di due o tre secoli (1600-700-800) meravigliarsi davanti all’opera di apertura mostra di Anish Kapour, deliziarsi davanti al sole di Pelizza da Volpedo o incuriosirsi davanti alla proposta solare astratta di Balla.
Anish Kapoor indaga il concetto dell’universo di stampo “bing-bang-iano” esplorando nuove frontiere materiali (l’acrilico), e lavorando però un linguaggio a lui consono: le superfici riflettenti. Crea un’ esplosione all’interno di una metafora materica di totalità giocando sulla raffigurazione dello spazio risultante dopo l’esplosione.
Lo splendido Pelizza da Volpedo raffigurante il sole è, appunto all’interno della sala dedicata a questo astro. Accanto ad una delle opere simbolo della mostra, bella da togliere il fiato: “La danza del Sole“, di Gaetano Previati. La contrapposizione tra i due soggetti, così diversi eppure quasi contemporanei, esposti vicini, è un vero tocco di classe. Esprimono in un linguaggio attuale mito e realtà. Due mondi che dopo Galileo Galilei saranno per sempre e definitivamente divisi.
Aspetto didattico: Rivoluzione Galileo Padova interagisce con gli studenti
Appena arrivata per visitare la mostra, vedo una coloratissima scolaresca di, al massimo, sette anni. Bambini sorridenti e entusiasti. Mi interesso subito di questo aspetto didattico e scopro che fin dall’asilo i bambini sono invitati a visitare Rivoluzione Galileo. I laboratori con i più piccoli sono organizzati in questa sala luminosa, e mi fa piacere che anche chi frequenta l’asilo venga a visitare mostre del genere.
Bisogna guidare i grandi di domani ad avvertire il piacere di vivere i musei e le mostre, attraverso attività che possano rimanere nella loro memoria e essere catalogate nei loro ricordi come esperienze piacevoli.
Anche con l’università di Padova ci sono collaborazioni speciali attive. In effetti è legato all’ateneo il cuore pulsante dell’esperienza Galileiana in questa città.
A tutti i 60mila studenti che frequentano questo ateneo potranno visitare la mostra ad un prezzo simbolico: 2 euro.
Tutti i pomeriggi delle seconde e quarte domeniche del mese, inoltre, i ragazzi dai 6 ai 13 anni, che visiteranno la mostra con i loro genitori, avranno anch’ essi a disposizione la possibilità di svolgere attività creative all’interno degli spazi appositi.
Rivoluzione Galileo Padova: struttura della mostra originale, colori perfetti per esaltare la bellezza delle opere
Vorrei concludere questo piccolo reportage con una nota alla struttura della mostra, divisa con logica cronologica e tematica intelligente, facile da intuire e da ricordare.
Le pareti che accoglievano le opere erano note cromatiche estremamente opache a contrasto che valorizzava tantissimo ciò che era esposto.
Una menzione la merita sicuramente la nostra chiara, esauriente e colta guida. Alessia Vedova ci ha immerso con notevole piacevolezza espositiva nella Padova galileiana e in uno dei momenti storico scientifico più importanti della nostra storia.
Il momento in cui il metodo empirico svela la realtà dei fatti, dove credere nelle proprie constatazioni reali non sarà mai più un optional.