Oggi apro il mio blog per accogliere uno scritto molto interessante che unisce la storia dell’arte ad un progetto digitale per viverla attraverso gli occhi del tempo: Time & Emotions. Filippo Palacino ha 22 anni ed è il co-fondatore di questa “start up” artistica che ha l’obiettivo di sentire l’arte in maniera diacronica (possibile solo con il supporto virtuale). Ascoltiamo le sue parole, e auguriamo a lui e il suo team tanti in bocca al lupo!
Nuove forme di espressione dell’invisibile: un viaggio artistico tra tempo ed emozioni
Da Courbet a Pollock
In poco meno di un secolo si è passati da un quadro come l’Atelier del pittore di Gustave Courbet all’espressionismo astratto di Jackson Pollock. Questo perché, per quanto concerne la pittura, il passaggio tra diciannovesimo e ventesimo secolo è stato segnato in gran parte dal superamento della rappresentazione dell’oggetto, con l’avvento di forme diverse, più “introspettive”, se non totalmente astratte, che, sebbene possano sembrare un passo retrogrado in termini di tecnica pittorica e competenza artistica, in realtà sono il frutto di un grande miglioramento in termini di pensiero e relativa espressione su tela.
Andare oltre la rappresentazione dell’oggetto è stato per molti necessario; durante questo periodo, infatti, si è resa sempre più essenziale la capacità di espressione artistica di un pensiero soggettivo. Molti artisti di fine 1800 e inizio 1900 sentivano il crescente bisogno di esprimere qualcosa che non fosse più tangibile, che non avesse limiti ben definiti, qualcosa di infinito. Quest’ultimo non può essere rappresentato da nessuna figura compiuta, poiché altrimenti il suo significato si determinerebbe in tale oggetto, e dunque la necessità di sperimentare con nuove forme, che possono essere i punti, le linee e le superfici di Vasilij Kandinsky e il suo Spirituale, o anche un semplice Quadrato Nero, celebre opera di Kazimir Malevič, artista alla ricerca dell’Assoluto. La pittura astratta nasce inizialmente come una di queste forme, in grado di esprimere l’invisibile attraverso il visibile, tramite pennellate che sono espressione di inconscio, stati emotivi e molto altro.
Time & Emotion: l’esperienza digitale come ultima evoluzione della forma espressiva artistica
Su questa idea estetica nascono le opere della collezione emergente e al momento in fase di completamento di Time & Emotions (TEm), museo digitale in fase di sviluppo, che vede negli spazi virtuali il valore aggiunto di riuscire ad offrire esperienze inaccessibili all’uomo nel mondo reale, come in questo caso il viaggio nel tempo, e che in un futuro prossimo saranno in grado di stimolare molteplici sensi alla volta nell’osservatore. Ideato con l’obiettivo di coniugare il concetto di viaggio nel tempo con quello di emozione, l’arte alla base verte sul riuscire a rappresentare in ciascuna tela ognuna delle 156 emozioni dell’uomo, così come descritte nel libro Atlante delle Emozioni Umane della studiosa Tiffany Watt Smith.
Qui, l’infinito sono le emozioni provate dall’artista, mentre il finito è una tela bianca su cui viene proiettata la soggettiva immagine mentale che queste ultime suscitano. Tuttavia, la successiva digitalizzazione di queste opere in vere e proprie stanze da scoprire, non accessibile in tempi passati, fa sì che l’invisibile espresso dalle singole immagini emotive possa essere percepito in maniera ancor più interattiva, con più sensi coinvolti al tempo stesso. Insomma, il progetto si propone di raggiungere una nuova e più evoluta tipologia di visibile.
La magia dell’arte contemporanea
È importante ribadire che, nonostante l’evoluta forma espressiva, che in questo caso prevede un profilo ibrido tra opere fisiche ed effetti speciali digitali, il bisogno artistico rimane lo stesso di quanto accennato brevemente sopra riguardo agli artisti cosiddetti avanguardisti attivi durante la conclusione del 1800 e all’alba del 1900. L’obiettivo è quello di far vagare l’osservatore attraverso emozioni e sentimenti, proiettandolo in un’altra dimensione, a prima vista confusionaria, destabilizzante e difficile da comprendere, ma che, in secondo sguardo, nasconde dentro di sé la magia stessa dell’arte contemporanea: il poter “sentire” qualcosa che sai di non poter mai comprendere fino in fondo.
Filippo Palacino