Esistono piccoli miracoli editoriali, votati al sapere che danno le spalle all’editoria generalista, come le Miniature di Abscondita. Sono tanti i blog di arte contemporanea presenti in rete. Io vorrei contraddistinguere il mio con profonde riflessioni che spiegano i processi artistici sconosciuti ai più. Se vi dicessi che esiste un artista che disegna un fondamentale punto di congiunzione tra pittura e graffitismo, tra transavanguardia italiana e street art newyorkese, tutti voi penserete a Jean Michel Basquiat. Ma come spiegare in maniera semplice e comprensibile questi passaggi? Ci viene in aiuto Abscondita, casa editrice che, con le sue Miniature, concede boccate di ossigeno all’arte e alla qualità della sua comunicazione.
Le miniature di Abscondita e SE
Abscondita è un progetto di SE (Studio Editoriale), che a sua volta nasce da un ramo di Guanda (comprata da Longanesi nel 1986, notizie apprese da un interessante articolo di Mauro Maraschi che leggo) e ha la veste grafica di Prosa Contemporanea, filone narrativo di Guanda.
Per rendere brevemente l’idea dell’intento propositivo di questa casa editrice, fondata da D.P. riporto un accenno di un editoriale copiato da nonholettoproust.wordpress.com
«L’idea di fondo», si legge nell’unico editoriale in circolazione, «è stata da subito quella di mettere nuovamente a disposizione dei lettori testi considerati fondamentali, ma lasciati cadere nell’oblio dalla grande editoria generalista»
Studio Editoriale è ancora oggi avvolto nel mistero. Il fondatore, D.P. è immerso nell’ anonimato. La casa editrice non ha sito internet, non ha pubblicità. Un esempio di editoria d’arte che fa parlare di sè solo attraverso le sue scelte di grande qualità.
La miniatura 115: “Basquiat e gli american graffiti” di Achille Bonito Oliva
Perchè ritengo una pietra miliare e di fondamentale importanza questo piccolo testo di appena 73 pagine? Perché dice tutto, e dice bene, riguardo un processo artistico importante e la localizzazione antropologica dell’arte degli anni 70-80. Achille Bonito Oliva (e questo non ci sorprende, vero?) riesce a spiegare in termini chiari cosa ta succedendo nell’arte di questi anni. Al proposito creativo legato all’ inventiva e all’esplorazione dell’arte concettuale si arriva ad una sorta di movimento di “citazione” che è la transavanguardia. Nella Miniatura n. 115 di Abscondita cita un parallellismo chiaro con il manierismo del tardo 500. Riesce a collegare l’insicurezza della società di quel tempo alla guerra del Kippur del 1973, dove Istraeliani e Arabi combattono tra loro e la società europea viene in un certo senso ricattata attraverso il petrolio. Oliva è maestro in questo: la storia dell’arte è lo specchio di ciò che succede, è interprete e domanda riguardo emozioni, gioie e paure del periodo che stiamo vivendo.
E poi, meraviglia delle meraviglie, solo come lui sa fare, una chicca: la figurazione geografica mondiale del panorama artistico degli anni 70, con la Transavanguardia in Italia come la conosciamo (Chia, De Maria, Clemente, Cucchi e Paladino), quella tedesca (Baselitz, Penk, Immendorff e il mio amato Kiefer), e il genius loci americano che fiorisce in Haring Warhol e Basquiat, anzi il SAMO dei primi tempi.
L’oculatezza della scelta dei contenuti di Abscondita
Ciò che mi sorprende di questo piccolo volume è l’accuratezza della scelta dei contenuti.
Come vedete nella nota che ho fotografato, i testi della miniatura sono estrapolazioni da cataloghi e DVD. L’oculatezza che ammiro riguarda questa scelta di partiture testuali anche lontane tra loro (“L‘ombra perenne dell’arte nella vita breve di Basquiat” è del 2005, mentre “American graffiti” è del 1997). Che siano scelte dell’autore, Bonito Oliva o della casa editrice stessa non importa: l’obiettivo di dare una spiegazione coerente e esaustiva di un processo artistico che racconta l’arte dei graffiti come espressione di una sorta di Transavanguardia americana, con tutti i genius loci del caso, alle mie orecchie e al mio cervello è raggiunto. Attraverso la figura di Basquiat è espresso un processo evolutivo non a tutti noto, che collega l’arte in senso accademico-galleristico all’espressione irriverente dell’artista attraverso il graffito. Un passaggio importante che molti galleristi e molti storici dell’arte ancora rifiutano. Achille Bonito Oliva ci ha visto bene (come sempre) e leggere i grandi veri critici e storici dell’arte dissipa ogni dubbio sull’evoluzione dell’arte.
Studiare la storia dell’arte in ogni suo veicolo espressivo senza preconcetti e pregiudizi permette di avere una visione globale che risponde ad ogni domanda e permette di riconoscere lo spessore di un proposito artistico. Ma ci vuole preparazione e propositività.
E anche buone orecchie per sentire, buoni occhi per vedere e buon cuore per capire.
Scoprii la vera importanza di Basquiat grazie a una mostra del Mudec di qualche anno fa, mi piacerebbe ora leggere questo breve testo di Achille Bonito Oliva.