A proposito di Arte e partecipazione: guardiamo oggi la performance del fotografo Spencer Tunik, avvenuta il 9 luglio. Si chiama Sea of Hull.
Sea of Hull: una performance d’eccezione per la nomina di città della cultura nel Regno Unito nel 2017
Hull (o Kingston upon Hull) è una città affacciata sul mare del Regno Unito, costa orientale. La loro attività principale è la pesca e hanno deciso di celebrare il mare attraverso l’occhio speciale di Spencer Tunick. L’occasione è la nomina di Hull come “città della cultura 2017”, in concomitanza della nuova apertura della galleria d’arte Ferens Art Gallery.
La galleria riaprirà proprio nel 2017 per accogliere il famoso Turner Prize come parte del programma relativo alla prestigiosa nomina inglese di “città della cultura”.
Spencer Tunick: una marea di corpi nudi sono la sua arte
Spencer Tunick è un fotografo che amo molto, perchè le sue opere sono una sfida quotidiana alla società. La sua materia è il corpo umano nelle sue declinazioni più impossibili. E i soggetti sono tutti volontari.
Per “The sea of Hull” sono stati 3200 le persone che hanno raccolto l’appello del fotografo sul sito della città della cultura . Il giorno 9 luglio, hanno seguito le indicazioni del fotografo per creare ciò che verrà mostrato in occasione della nomina della città nel 2017.
Attraverso le foto di Spencer Tunick si cercherà di celebrare il mare, e le quattro sfumature di blu provengono dalle opere all’interno della Galleria Ferens Art. Il risultato di quanto successo e fotografato il 9 luglio sarà quindi rivelato durante l’apertura delle celebrazioni nel 2017.
Le foto diffuse sono quindi solo una piccola anteprima.
Le mie considerazioni
Ci sono persone che desiderano vivere l’arte. E sono disposte a mostrarsi nudi per ore e colorarsi di blu anche l’interno delle orecchie per partecipare ad un’iniziativa che, secondo me, non soddisfa solo la vena narcisitica latente in ognuno di noi.
Come racconta qui il Post, in mezzo a 3200 persone ci sono amanti dell’arte, studiosi e anche collezionisti di grande calibro.
Ecco, ad esempio, Stephane Janssen: un collezionista belga ottantenne che ha partecipato a 20 delle installazioni passate di Tunick.
Non so se mi sbaglio, ma sento che il mondo sta cambiando: che la partecipazione, la co-creazione abbia una nuova leva e sento che possa essere qualcosa di meraviglioso che possa riservarci grandi e bellissime sorprese per il futuro. Credo nel genere umano che si risveglia e che vuole creare qualcosa di nuovo. Credo che la voglia di partecipazione sia il preambolo fondamentale di una nuova consapevolezza.
D’altronde, dopo aver visto foto come queste, non si può che sperare che l’arte possa cambiare il mondo.