Ecco. L’arte, quella vera, è quella che materializza le sfumature immateriali dell’umanità evolute nell’aere. Quella che facilità l’elevazione e la riflessione verso una consapevolezza mirata al rispetto e alla conoscenza della coscienza. Come può stare in un museo?
Oggi vi racconto, emozionata, Puliki di Sean Yoro: un’opera fatta di polvere di gesso, che è sparita alla prima pioggia. Ma grazie alla sapiente documentazione mediatica, vivrà per sempre.
Puliki: l’esigenza di Sean Yoro è quella di sostenere la natura e sensibilizzare riguardo i cambiamenti climatici
Sean Yoro, conosciuto come Hula, descrive così la sua opera:
Si tratta del bisogno dell’umanità di abbracciare e proteggere la madre natura, che non è mai stato così grande come ora. È un murales temporaneo fatto in una foresta remota sui segni lasciati dal fuoco doloso che ha danneggiato fortemente gli alberi. È stato utilizzando un gesso con pigmenti naturali, che si lava via con l’acqua.
Prima che sia troppo tardi, Hula desidera sensibilizzare la nostra umanità portandola, virtualmente, ad abbracciare alberi secolari danneggiati da incendi dolosi per far spazio ad interessi economici, e ci ricorda che un albero è qualcosa di vivo, di buono che si ama perchè, allo stesso tempo, lui ama noi.
Chi è Hula? Sean Yoro, l’autore di Puliki
Sean è diventato famoso un paio di anni fa per i suoi ritratti femminili sull’acqua, creati in equilibrio sul suo surf. Ha origini hawaiane ma, per approfondire la sua arte, sta studiando i fenomeni artistici tra New York e Los Angeles. Si innamora della street art ma rimane collegato all’oceano e all’acqua, creando immagini che interagiscono con essa.
Il richiamo alla tutela dell’ambiente, al rispetto di esso si riscontra anche nel materiale usato per le figure di Sean Yoro
Hula usa colori completamente atossici, a base di olio di lino alcali-raffinato o olio di cartamo e pigmenti naturali. Si tratta di materiali comunemente utilizzati in prodotti per la salute e la bellezza.
La sua è una “street art” che spesso e volentieri scopriamo a livello dell’acqua, dove Hula, Sean Yoro, ritrova pace e calma interiore.
Credo fortemente che il suo richiamo alla società moderna, finalizzato alla sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente, sia forte e intimo allo stesso tempo.
Spesso lui firma i suoi lavori con la parola hawaiana “Pu’uwai“, che vuol dire “cuore”. Si tratta infatti di un linguaggio che ti arriva dentro, quasi con lo stesso tono di voce della sua terra. Una leggenda vuole che il popolo hawaiano sarebbe nato dall’amore fra la madre-terra e il padre-cielo. E questa essenza divina si avverte molto chiaramente nelle sue opere.
Crediti immagini: http://byhula.com/
La documentazione mediatica dell’arte è forse opera stessa d’arte?
Soffermatevi a guardare questo video, io ne rimango folgorata ogni volta. Sento la voce di Sean Yoro che racconta Puliki, sento la sua determinazione, e la sua ispirazione. Sento la natura e l’opera che abbraccia gli alberi danneggiati dagli incendi.
Il digitale e le sue applicazioni permettono di documentare le opere, la loro realizzazione e di mantenere in eterno la loro energia.
Se queste testimonianze sono fatte così bene, sono forse esse stesse performance artistiche?