Poco tempo fa mi sono passate davanti immagini di scultura in bronzo di Sukhi Barber, una donna di 45 anni di Hertfordshire, Inghilterra.
Aldilà dei temi rappresentati, che rimandano alla filosofia Zen orientale (che interpreta con grande maestria), mi ha stupito la sua grande manualità nel trattare la materia scultorea.
Come immagino ormai sappiate, infatti, sono molto colpita dalle qualità di un artista qualora egli (o ella) abbia capacità di “dominio materico“.
Come già raccontato nell’articolo dedicato a Anthony Howe, apprezzo moltissimo l’artigianalità artistica. L’artista per me è colui che piega alla sua immaginazione e intuizione la materia. Nel caso della scultura di Sukhi Barber ho conosciuto un artista contemporaneo con grande capacità.
La scultura di Sukhi Barber: la tecnica a cera persa
Le foto della galleria sopra (www.sukhibarber.com) mostrano proprio come la sua tecnica scultorea sia delle più antiche.
Non conosco artisti contemporanei che utilizzano la tecnica a cera persa.
Svolge studi di altissimo calibro (The City and Guilds of London Art School).
Negli anni della formazione scolastica ha acquisito una solida conoscenza della tecnica di modellamento dell’argilla figurativa e disegno dal vero. Si diploma con successo 1995 con il premio per la disciplina scultorea, e riceve anche una borsa di studio da Madame Tussauds.
Sukhi Barber infonde nel bronzo la filosofia buddista
La sua identità artistica si completa con un viaggio in India dove “sente” e interiorizza la filosofia buddista.
Sukhi riesce a interpretare con molta semplicità e immediatezza questa grande forza meditativa. Le sue sculture sono semplicemente (nel senso facilmente intuibili da tutti) forme di un pensiero, di una sensazione legata all’equilibrio e a quella che gli americani chiamano “mindfullness“.
E non ha interiorizzato la filosofia esistenziale orientale semplicemente perchè va di moda: rimane in Nepal ben 12 anni. Così dice la sia biografia:
Dopo la laurea Sukhi viaggia in India, affascinata dalla qualità della vita vita e dalla sensazione di pace e equilibrio senza tempo dell’arte locale. Stabilitasi a Kathmandu, Nepal, ha trascorso i successivi dodici anni a studiare la filosofia buddista e la produzione di sculture in base alle tecniche tradizionali di scultura su pietra e fusione a cera persa in bronzo.
Le sue sculture infondono grande introspezione: sfido chiunque a non “sentire” la voglia e l’esigenza di guardarsi interiormente, nel contemplare una delle sue meravigliose opere.