Thierry Noir è colui che per primo ha scritto storie visuali sul simbolo per eccellenza della guerra fredda: il muro di Berlino.
Cominciamo a conoscere le personalità artistiche che ho incontrato in questo mio viaggio meraviglioso a Berlino.
Berlino è il cuore di un Europa che è simbolo di rinascita, proprio perchè scossa da una storia recente di sofferenza e disorientamento idealistico e sociale.
Thierry Noir è una figura artistica chiave che impersona nel modo più completo l’arte veloce, fuggitiva, proibita contro un “mostro” simbolo di pazzia e dittatura: il muro di Berlino, appunto.
Il muro è un mostro che simboleggia la “guerra fredda”
Ho deciso di dedicare spazio a Therry Noir, un’artista che incarna lo spirito ci creazione che apprezzo di più.
Egli è colui che da più tempo ha dato risposta all’istinto artistico e liberatorio di dipingere il “mostro” della guerra fredda per eccellenza. Sto parlando naturalmente del muro di Berlino.
Come sappiamo, il muro è il simbolo della “cold war” e della supremazia politica rispetto alla libertà.
Per 28 anni, dal 1961 al 1989, esso divise la città per evitare l’esodo dei cittadini verso l’Ovest. Ma perchè questa distinzione era così viva all’interno di un’unica città?
Nel 1945 si riunirono a Postdam le grandi potenze vincitrici della seconda guerra mondiale. Si definirono aree di influenza che spartirono il mondo in due.
Le zone dell’Ovest erano sotto l’influenza statunitense e inglese (stampo capitalistico e liberale). Quelle dell’Est sotto l’influenza sovietica (stampo comunista).
Alla Germania toccò essere politicamente e fisicamente divisa tra le due fazioni (Bundes Republik Deutschland, BDR e Demokratische Deutsche Republik, DDR). Anche Berlino, pur geograficamente inglobata nella zona Est, venne divisa a metà.
Le persone che abitavano nella Berlino sotto influenza sovietica vedevano nella Berlino degli alleati maggiore libertà. Individuavano condizioni migliori per la propria esistenza. Per questo cominciarono a emigrare in maniera cospicua.
Il muro fu fatto erigere proprio per combattere questo flusso di anime che anelava ad una nuova vita. Dal 1949 e il 1961, anno di costruzione del muro, circa 2 milioni e mezzo di tedeschi della Germania Est oltrepassarono il confine, diretti verso Ovest.
Quei 155 km di cemento, creati per scoraggiare chiunque volesse oltrepassarlo, simboleggiarono morte e oppressione.
Thierry Noir: figure semplici per sfuggire dai soldati alla guardia del muro a Berlino
Ho trovato molto interessante la risposta di Thierry Noir a questa domanda:
“La domanda più frequente che mi è stata posta è stata: “Perché vuoi rendere bella la parete del muro? Perché vogliono rendere un ornamento il muro di Berlino?”
Ho risposto ogni volta: “Io non sto cercando di rendere più bello il muro perché in realtà è assolutamente impossibile. Ben 123 persone hanno perso la vita su di esso, uccisi cercando di saltare oltre il muro di Berlino. L’intento era fuggire nella Berlino Ovest. Anche se coprissi quel muro con centinaia di chili di colori, esso rimarrà sempre la stessa cosa. Esso è un mostro sanguinario, un vecchio coccodrillo che di tanto in tanto si sveglia, mangia qualcuno, e cade di nuovo a dormire fino all’occasione successiva“.
I dipinti sul muro di Berlino hanno avuto sempre un tocco eccezionale.
Ogni dipinto murale si trasforma sul muro in un forte atto politico. Con il passare degli anni, le figure hanno assunto proporzioni fenomenali, e sono stati rapidamente riconosciuti dalla comunità artistica internazionale.
L’obiettivo non era quello di abbellire il muro, ma a demistificare esso.
I dipinti di Thierry Noir sono diventati un simbolo della nuova libertà dopo la riunificazione della Germania e la fine della guerra fredda”.
Considerazioni sull’arte di Thierry Noir sul muro di Berlino
- Disegni semplici e veloci: era questo il modo per sfuggire agli occhi dei soldati, che proibivano a suon di spari che il muro fosse dipinto. Colorare il muro era un atto politico, una presa di posizione. Per questo era proibito.
- Campiture, brillanti, soggetti riconoscibili. Dato che era un atto di protesta, Therry Noir cercava di renderlo il più evidente e sgargiante possibile.
- L’influenza dell’arte degli anni ottanta. La semplificazione delle linee e i soggetti, un’arte universale accessibile a tutti, leggibile da tutto il mondo.
L’arte è irriverenza, è libertà, è voglia di esprimersi secondo le proprie aspirazioni.
Tutti dovrebbero studiare e leggere il movimento artistico che ha colorato il muro di speranza.
Thank You for your art and your story, Thierry. Hoping to meet you next time in Berlin.
Di seguito un paio di foto scattate a Berlino durante questo week end.