Vi ho già parlato del progetto White in the city, che arricchirà notevolmente il calendario degli eventi Fuorisalone di Milano durante la Milano Design Week.
Si tratta di un grande evento culturale, che coinvolge grandi personalità del mondo dell’architettura e del design, intorno ad uno dei temi eterni della storia della bellezza universale: il bianco e le sue molteplici interpretazioni.
Mi sono interessata a tutti gli aspetti dell’evento organizzato da Oikos Group. Non vedo l’ora di vedere Palazzo Cusani, o San Carpoforo o le altre prestigiose location interpretate, in chiave bianca, da personaggi come Giulio Cappellini, Jasper Morrison, Marco Piva o Patricia Urquiola e i tanti famosi designer e architetti che lasceranno la loro impronta artistica.
L’accademia di Brera: White in the City e il processo creativo dei dipartimenti
Ma, ormai lo sapete, il mio blog e la mia anima sono saldamente ancorati ai processi creativi, ai laboratori, all’arte come abilità manuale e che sa di vernice, di colore. Ma anche di progettazione, di lavoro concettuale, di individuazione di mezzi e oggetti per traghettare nel mondo reale le idee e le sfaccettature delle emozioni.
Durante il White Press Party, sono venuta a conoscenza di una parte del progetto che mi ha entusiasmato. Oikos Group, ha spiegato quella sera Claudio Balestri insieme a Giulio Cappellini, ha deciso di investire anche sulla creatività dei ragazzi della famosa Accademia di Brera.
Mi sono immaginata il fermento creativo che sobbolliva in tutti i dipartimenti dell’accademia, i confronti tra ragazzi di nazionalità e sensibilità diverse, le idee intrecciate tra di loro, i loro visi compiaciuti davanti al lavoro finito.
È bello che accanto a progetti di grande levatura con altrettanti designer famosi, venga coltivata la passione e la creatività degli studenti, affinchè Nuovo e Consolidato facciano parte di un unicum celebrativo che raddoppia enormemente il valore dell’iniziativa.
Ho subito chiesto informazioni e finalmente mi sono arrivate. Sono estremamente felice di condividere il loro lavoro e la bellezza che hanno generato grazie al “loro” bianco.
Il concept: i ragazzi dell’accademia realizzano un’esposizione nei corridoi, tra i gessi del Canova e le volte dell’ex collegio dei Gesuiti
Un luogo di prim’ordine, per progetti dall’ identico valore. Il tema del bianco è qui approfondito da tutti i distretti creativi dell’accademia di Brera.
Dal 3 aprile. Non-vedo-l’-ora.
Tutte le discipline (Product Design, Scultura, Decorazione, Fotografia, Scenografia, nella planimetria trovate le locazioni dei loro elaborati) hanno contribuito alla creazione di prototipi di opere, e ognuna sintetizzerà la propria visione del bianco nel futuro, simbolo materiale e immateriale del ben-essere.
L’esposizione nei corridoi dell’Accademia del prestigioso palazzo rimarrà aperta fino al 12 aprile, al fine di presentare i prototipi e il lavoro di ricerca ad aziende e associazioni di categoria, collegando così la ricerca creativa al mondo del mercato futuro.
Il dipartimento di scenografia: le superfici vivono e comunicano
Le superfici in teatro non possono essere solo superfici. Esse devono raccontare una storia. Pareti vissute, muri testimoni di vicende passate che sono state raccontate dagli intonaci e gli stucchi più volte stesi dalle sapienti mani di artigiani.
Il pubblico, osservando la scena, si deve perdere nelle trame che queste superfici gli comunicano, di re in esilio, di mogli tradite o di cortigiane in declino.
Il nostro racconto vuole essere questo, la testimonianza del nostro immaginario. E ,come per magia, le maschere del nostro teatro, trasformate in pubblico, ci osservano come giudici severi.
Decorazione: bandiera e teli appesi come porte del tempo
“Una grande bandiera” – “Ventiquattro teli bianchi appesi” – “Una bandiera in crisi”.
Il nostro progetto di ricerca sul tema del bianco apre le finestre sull’aula quarantotto dell’Accademia di Belle Arti di Brera, nell’800 studio di Francesco Hayez.
Tale apertura sulla storia invita a guardarci dentro, uno sguardo sul passato e una riflessione sul presente della nostra istituzione da continuare a condividere con gli altri.
Scultura: il b(i)anco come magma di possibilità in divenire
Il progetto prende in considerazione i tavolini reclinabili con il piano in legno utilizzati nelle aule da disegno: la parte in legno viene scartavetrata così da essere pulita da scritte, colori e dislivelli. In seguito il piano superiore viene dipinto con la vernice bianca Oikos, mentre il bordo e il piano inferiore vengono lasciati con il legno a vista.
I tavoli verranno collocati in relazione alle sculture, come se aspettassero possibili studenti all’opera. Costituiscono una distanza, un filtro, un punto di vista che obbliga nuovamente a guardare le sculture attraverso questa lontananza.
Il bianco e i tavoli, insieme, formano un “foglio”, un luogo potenziale, uno spazio di ideazione, studio e pensiero come è l’accademia di belle arti.
Il progetto vorrebbe quindi mettere in luce la ricchezza del bianco come stimolo e magma di possibilità in divenire, tipico di chi abita l’arte lasciandosi investire dall’ eccezionalità di stare di fronte a qualcosa, di guardare ancora prima di aver stabilito l’oggetto di tale sguardo.
Product Design: 12 aggettivi, 12 progetti…
…per descrivere la storia, la ricerca e i prodotti Oikos. Responsabile, protettivo, architettonico, plasmabile, educativo,
dinamico, stabile, vivo, flessibile, leggero, cromatico, bianco.
Fotografia: il prof. Laera (triennio e biennio) e #guardandoversoilcielo
Il punto di partenza per l’installazione è dato dall’ individuazione di una lunetta sul soffitto in uno dei corridoi centrali dell’accademia, un punto sotto il quale regolarmente da secoli, e ancora oggi, transitano persone intente a guardare davanti, in basso, ma difficilmente in alto.
Di qui la scelta di proporre una installazione trompe-l’oeil, attraverso un cono di luce. Proiettando immagini fotografiche si raggiunge il soffitto e si modifica in tal modo la lunetta rendendola una finestra aperta verso il cielo.
Il tema proposto è quello della rappresentazione del bianco. Il bianco può essere considerato a prescindere dalla sua funzione di genesi, produttore, di contenitore di tutti i colori dello spettro, può proporre la propria presenza come un colore a sè, può dominare il modo di vedere il mondo e la natura.
Alla presentazione dei loro concept, vorrei seguissero mie foto dei prototipi sopra raccontati, finiti.
Non vedo l’ora di continuare a raccontare della loro creatività.
#staytuned